Capitolo 11 - (primizie di marzo)

Capitolo 11

Negli ultimi tempi - ci aveva avvisato l'apostolo Paolo - molti si sarebbero volti dalla sana dottrina alle favole. Sempre più scorgiamo l'adempiersi di queste profezie, e purtroppo le vediamo adempiersi lì dove non avremmo mai voluto: nel popolo di Dio. D'altronde, chi altri se non il popolo di Dio si sarebbe potuto volgere dalla sana all’insana dottrina?

C'è un tempo per le opinioni e un tempo per la verità: c'è stato un tempo in cui era possibile ipotizzare chi il Messia fosse o chi non fosse, se Gesù di Nazaret oppure un altro.

Giovanni Battista fu uno di quelli che legittimamente se lo chiese. Ma poi quel momento passò e da un certo punto in poi - quando le cose che dovevano accadere si manifestarono - per essere accettati da Dio non fu più possibile rimanere nel limbo delle possibilità  o delle ipotesi: arrivò il tempo della scelta.

Non sarebbe stato più possibile stare ad investigare le Scritture, crogiolandosi nel loro limbo, su chi dovesse essere oppure no il Messia, una volta che Gesù si fosse rivelato come tale.

Giovanni 5:39 Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me.

Prima che le Scritture siano rivelate, è lecito chiedersi se queste si riferiscano a questo o a quello. Quindi, è certamente  un bene rimanere umili, quando non comprendiamo qualcosa, nell'attesa che le cose si palesino.

Ma è anche certamente un male credere che quella Scrittura sia destinata da Dio a rimanere nel limbo dell'incertezza dato che, se lo Spirito Santo l'ha ispirata, questa è per guidarci nel mondo di  ogni verità e non in quello delle molte opinioni. Infatti esse non sono date per lasciarci nel limbo delle opinioni, ma per rivelare verità che prima o poi si palesano.

Così, abbiamo deciso di pubblicare uno studio, o se vogliamo, una meditazione che spieghi pienamente il capitolo undici dei romani, in modo da offrire al popolo di Dio gli strumenti necessari a comprendere e combattere  quel vero e proprio delirio dottrinale sulla questione israelita che sta imperversando in Italia come pure nel resto del mondo.

Questo studio, dal titolo "Studio 11", non ha volutamente uno stile accademico quanto discorsivo, sforzandosi di essere meno asettico e più comunicativo possibile ai fini di una maggiore divulgazione e accessibilità. Nell'esposizione mi sono forzato a circoscrivere il tutto, per quanto possibile, nell'ambito degli scritti paolini, limitando al massimo, per questioni di spazio, il citare innumerevoli Scritture sia del Nuovo che dell'Antico Testamento che pur ne avrebbero avvalorato i contenuti; ne sarebbe uscito un tomo non adatto alla funzione per cui lo “Studio 11” è stato concepito. Riportiamo quindi la prima parte dello studio, invitandovi a leggerne il resto, scaricandone gratuitamente il PDF, che consigliamo anche a chi dovesse esserne già in possesso, essendo una versione rivista e corretta della bozza consegnata brevi manu nell'ambito delle riunioni CEVI.

Tutte le posizioni dottrinali di questo studio sono quelle ufficiali che la CEVI condivide e approva ribadendo che non esiste alcun popolo sulla terra - né gentile né israelita -  che possa redimersi davanti a Dio se non riconoscendo il Signore Gesù come Messia promesso,  l'Agnello di Dio - venuto 2000 anni fa - per togliere i peccati del mondo.

Dio vi benedica nella lettura,

7 marzo 2018
Pastore Alessandro Lilli

 

 

"Una delle caratteristiche di Paolo era di scrivere cose troppo intelligenti per alcuni dei suoi lettori, che per ignoranza o malafede, fraintendevano o distorcevano le sue parole, fino a fargli assumere posizioni opposte a quelle in realtà l'apostolo avrebbe voluto esprimere. Questo era vero allora come oggi. Non sono io che lo dico ma la stessa Scrittura per "bocca" dell'apostolo Pietro in un passo che la maggior parte delle persone ignora o sottovaluta.

2Pietro 3:15-18 E ricordate che la pazienza del nostro Signore è in funzione della salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue epistole, in cui parla di queste cose. In esse vi sono alcune cose difficili da comprendere, che gli uomini ignoranti ed instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione. Voi dunque, carissimi, conoscendo già queste cose, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza, portati via dall'errore degli empi. Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen.

Quando ci si avvicina alle epistole di Paolo bisogna quindi non avere alcun dubbio quando il testo è chiaro come pure allo stesso tempo non avere alcuna fretta di giungere a conclusioni quando non lo è affatto; infatti in questo secondo caso, è molto probabile ci si trovi in uno di quei passi di cui ci parla l'apostolo Pietro, un passo difficile che si presti a distorsioni e torsioni delle parole dell'apostolo Paolo che potrebbero addirittura muoverci a “perdizione!”..." [Per continuare la lettura scarica il PDF allegato]

 

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