MARIA - benedetta tra le donne

by Roby Ferrari

Riferimenti biblici Matteo 1; 2; 12:46; Luca 1; 2; Giovanni 2:1-11; 19:25; Atti 1:14

- Significato del nome
Questo nome ebraico è divenuto popolare anche tra i paesi occidentali.
Al nome di Maria sono state date almeno settanta interpretazioni diverse cercando di allontanarsi il più possibile dal suo significato biblico che è “amarezza”.

Il nome Maria è citato per 51 volte nel Nuovo Testamento e la sua prevalenza è da attribuire alla popolarità di Marianna, seconda moglie di Erode.
Come nome, Maria nell'Antico Testamento è collegata a Miriam e a Mara, usato da Naomi per descrivere la sua afflizione e a Mara, il nome delle acque amare che gli Israeliti incontrano nel loro viaggio nel deserto.

Il senso che è alla radice di questo nome è legato all'amarezza che può scature da “dolore, sofferenza, disobbedienza, ribellione”
Certamente Maria ha sperimentato molte amarezze scaturite da dolori e sofferenze.

 

- Collegamenti familiari
Secondo quanto riportato dalla Scrittura, Maria era un'umile donna di un piccolo villaggio così insignificante da portare Natanaele a dire: ”Può venire qualcosa di buono da Nazaret?” (Giovanni 1:46).
Paradossalmente, proprio da quel luogo e da quell'umile donna è uscito fuori il più grande Uomo che il mondo abbia mai conosciuto.

Maria era della tribù di Giuda, della linea di Davide.
Divenne la moglie di Giuseppe, figlio di Eli (Luca 3:23).
Oltre Gesù, chiamato il “suo primogenito”, altri figli sono nati nell'ordine naturale della generazione (Luca 2:7).

Come vergine, Maria concepì Cristo in un modo miracoloso e sua cugina Elisabetta molto spontaneamente la chiamò madre del mio Signore e la lodò come benedetta tra le donne.
In seguito, Maria sposò Giuseppe e gli diede quattro figli (Giacomo, Joses, Giuda, Simone) e diverse figlie di cui non sono riportati i nomi (Matteo 13:55-56; Marco 6:3).

Durante il ministerio di Gesù, nessuno dei Suoi fratelli credette in Lui. Infatti loro Lo deridevano ed arrivarono alla conclusione che fosse pazzo e speravano che fosse arrestato e portato via da Capernaum (Marco 3:21,31; Giovanni 7:3-5).
Ma come risultato della Sua morte e della Sua resurrezione, i Suoi fratelli divennero credenti e furono tra coloro che erano riuniti insieme nell'Alto Solaio prima della Pentecoste. Nessuno di loro fu un apostolo durante la vita terrena di Gesù (Atti 1:13-14)

La Chiesa Cattolica Romana, nel suo sforzo di supportare il suo dogma errato della verginità perpetua di Maria, produsse due teorie riguardo ai “fratelli di Gesù”.
La prima era che loro fossero figli di Giuseppe da un precedente matrimonio, quindi non avevano nessuna relazione di sangue con Maria o Gesù.
La seconda teoria sosteneva che fossero cugini di Gesù, figli di Maria la moglie di Alfeo (Matteo 27:56; Marco 15:40).

Il termine “fratello” implica semplicemente parentela, proprio come Labano chiamò “suo fratello” Giacobbe, figlio di sua sorella (Genesi 29:15).

Quando Marco dice “i Suoi fratelli e le Sue sorelle” noi crediamo che loro siano stati i figli naturali di Giuseppe e Maria, dopo la nascita di Gesù!

Tornando agli eventi della vita di Maria e all'eccellenza del suo carattere, forse possiamo raggrupparli intorno ai seguenti punti-chiave.

 

La sua eccellenza
Maria, come madre di Gesù, è la più celebre tra i caratteri femminili della Bibbia, ed è stata la donna più famosa nel mondo fin dai giorni della mangiatoia in Betlemme.
Dopo secoli ancora risuona l'eco “tu sei benedetta tra le donne” (Luca 1:28)
Mentre non troviamo cenni sulla sua bellezza o riguardo al suo albero genealogico, sappiamo per certo che era povera. Nondimeno nella Bibbia e al di fuori di essa lei è venuta ad occupare il posto più alto tra le donne... quello che possedeva infatti era la bellezza del carattere!

Come qualcuno ha detto: “Il mondo è governato più da ideali che da idee; è influenzato più da modelli viventi, concreti che da astratti principi di virtù".
E il modello per eccellenza per le donne cristiane non è l'Amazzone, che si vanta delle sue imprese marziali e delle sue prodezze; non è la donna spartana che pensa che la perfezione femminile consista nello sviluppo della forza fisica a discapito del decoro e della femminilità; non è la dea dell'amore impuro, Venere, le cui seguaci considerano la bellezza delle forme e il fascino personale come il più alto grado di eccellenza femminile; nè è la dea della volontà imperiale, Giunone.
Fin dagli arbori dellla cristianità il modello per eccellenza è sicuramente Maria, la madre di Gesù di Nazaret, vero esempio di serva di Dio, di moglie e di madre....!
E, per un pregiudizio evangelico, in parte giustificato quale reazione al Marianesimo della Chiesa Cattolica, forse ne abbiamo fatta poca stima.
Non possiamo non apprezzare il carattere di Maria che traspare dalla storia sacra.
Maria appartiene a quella schiera di donne ispirate dallo spirito di profezia, capace di influenzare coloro che diverranno leaders e cambieranno il destino delle nazioni.

 

La sua elezione
Perchè Dio scelse Maria, un'umile giovane paesana, tra tutte le devote serventi giudee della Palestina di allora? Perchè Dio l'abbia scelta per essere madre del Suo figliolo incarnato è stato e sarà sempre un mistero.
Quando giunse il compimento dei tempi in cui Gesù doveva essere manifestato Egli non andò in una città, ma in un piccolo, remoto ed inconsiderato villaggio; non in un palazzo ma in un'umile mangiatoria; non ai grandi e ai sapienti ma alla più umile delle categorie, perchè un'umile donna potesse partorire il Salvatore ad un mondo perduto.
La gentile ed umile Maria di Nazaret fu la scelta di Dio e che lei stessa si sentisse onorata in quanto scelta da Dio è evidente dal suo Magnificat che esalta Dio perchè ha riguardato al suo umile stato e l'ha elevata.

La persona da cui è nato il Salvatore ed il luogo che Gli ha dato i natali erano stati preordinati dalla Divina Sapienza!
Diversi secoli prima che Maria divenisse madre del Salvatore del genere umano, era stato profetizzato che sarebbe stato così (Isaia 7:14-16; 9:6; Michea 5:2-3).

 

La sua santità
Quando Gabriele annunciò alla vergine Maria che avrebbe avuto un figlio di nome Gesù, riconoscendo il suo spessore spirituale le disse "Il Signore è con te" (Luca 1:28).
La donna che avrebbe dovuto mettere al mondo il Salvatore, che avrebbe dovuto allattarLo con il suo seno, che avrebbe dovuto nutrirLo, proteggerLo e curarLo durante la Sua infanzia, che avrebbe dovuto guidare i Suoi passi durante la Sua adolescenza e circondarLo di amorevoli attenzioni materne fino alla Sua età matura, doveva necessariamente essere un vaso santificato e mite, disposto ad essere usato dal Suo Padrone.

Che Maria eccellesse nelle qualità spirituali necessarie al suo scopo sacro è evidente da quanto emerge dal suo carattere.
Maria dimostrò una pietà genuina come pure una profonda umiltà, degne compagne della vera santità.

Nel leggere la narrativa di Luca con cui, in quanto medico, Maria poteva aver condiviso le sue esperienze più intime, siamo impressionati dalla mitezza del suo spirito, la ponderata disponibilità, l'ammirevole autocontrollo, la capacità di rimanere in sacro silenzio ed una mente satura dello spirito e delle promesse veterotestamentarie.

Coloro che apprezzano Maria per il suo carattere esemplare soffrono per il modo in cui alcuni Padri della Chiesa primitiva l'hanno trattata.
Origene, per esempio, ha scritto che "la spada che avrebbe dovuto trafiggerle il cuore era l'incredulità".
Crisostomo non riuscì a frenare la sua lingua tagliente quando accusò Maria di "eccessiva ambizione, folle arroganza e vanagloria", durante il ministerio pubblico di Gesù.

Pur ricoprendo una posizione di grande prestigio per una donna di quei tempi, Maria mantenne sempre un profondo senso di indegnità. Sarebbe stata l'ultima a reclamare la sua perfezione!

Nata come tutte le altre donne nel peccato e formata nell'iniquità, aveva i suoi difetti umani e sapeva di aver bisogno di un Salvatore, come tutti. ("Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore").
Le Scritture testificano, comunque, che in circostanze di imparagonabili responsabilità lei mostrò una statura spirituale incredibile e a dispetto di quelle fragilità tipicamente femminili, fu un esempio di purezza, di tenerezza, di fedeltà, di umiltà, di pazienza e di amore.

 

La sua sottomissione
Quello che sorprende circa l'Annunciazione è il modo in cui Maria l'ha ricevuta: dopo aver rivolto delle domande intelligenti all'arcangelo Gabriele su come poteva divenire madre di Gesù essendo ancora vergine ed aver ascoltato la spiegazione su come il miracolo sarebbe avvenuto, lei, mostrando una buona dose di fede, replicò "Ecco la serva del Signore, mi sia fatto secondo la tua parola"

In questi tempi in cui la ragione cerca di detronizzare la rivelazione e la nascita vergine di Cristo è rigettata come fatto fondamentale e trattata in un modo mitico, noi affermiamo la nostra fede in questo miracolo iniziale del Cristianesimo, accettando per fede l'affermazione biblica che Gesù è stato concepito dallo Spirito Santo quando ha adombrato la vergine.

Quando Maria volonterosamente donò il suo corpo al Signore dicendo "Ecco la serva del Signore, mi sia fatto secondo la tua parola", lo Spirito Santo, tramite il Suo gentile intervento, ha preso la Deità e l'umanità, le ha fuse insieme e ha formato il vincolo d'amore tra le due nature del nostro Signore in seno a Maria.
Quindi, quando Gesù nacque era Dio-uomo:
Figlio di Maria - per la Sua umanità
Figlio di Dio - per la Sua Deità.

Pur non comprendendo il mistero di ciò che è avvenuto in Maria, sappiamo che con Dio niente è impossibile ed accettiamo quello che la Bibbia dice a proposito della nascita di Gesù.
Non possiamo credere nella perfetta santità di Gesù se ne escludiamo la nascita vergine!

 

Il suo saluto
Prendendo il Signore in parola, Maria Lo lodò come se quello che Lui aveva dichiarato fosse stato già completamente adempiuto.
Che meraviglioso canto di gioia è il Magnificat!
Rivela nel contempo una genialità poetica e profetica al suo più alto livello.
Questa lode estemporanea che esprime la gioia di Maria è infatti una delle gemme più preziose della poesia ebraica.
Come riportata da Luca 1:46-55, questa lirica esprime la gioia ineffabile e profonda di Maria, non dettata dall'egoismo ma dalla consapevolezza che la promessa del Messia si era adempiuta.
E' anche eloquente la sua adorazione verso suo figlio che sarebbe divenuto il suo Salvatore.
Il suo "cantico" rivela anche la sua umiltà essendo consapevole del fatto che pur essendo una semplice fanciulla di un insignificante piccolo villaggio, Dio riguardò a lei.

 

Il suo servizio
Ciò che non deve essere dimenticato è il fatto che Maria non solo diede alla luce Gesù ma Lo accudì come madre per i trent'anni che visse nella modesta casa di Nazaret, comportandosi come qualsiasi altra madre. Pur sapendo che Lui non era un uomo ordinario, ne ebbe la stessa cura che ebbe con gli altri figlie e le altre figlie che ebbe in seguito con Giuseppe, suo legittimo marito.

Sotto l'aspetto divino sappiamo che Gesù cresceva "in sapienza, in statura ed in grazia davanti a Dio ed agli uomini, ma sotto l'aspetto umano Gesù era sottoposto al controllo che Giuseppe e Maria esercitavano nella loro casa.
C'erano alcune cose che Maria non era in grado di dare a suo figlio. Non poteva circondarlo di benessere. Quando Lo presentò al Tempio tutto quello che poteva offrire come dono era un paio di piccioni, cioè l'offerta di persone molto povere.
Ma poco è molto se in quel poco c'è Dio!

Poi non poteva introdurre Gesù al mondo della cultura di allora.
Essendo poveri ed avendo affrontato un esilio forzato in Egitto, non poteva provvederGli un'istruzione come quella di Luca che in seguito narrò la sua storia.

Ma lei diede a suo figlio, il suo Salvatore dei doni di un valore infinitamente superiore ai privilegi materiali e secolari.
Che cosa Gli donò?
Prima di tutto da un'angolazione umana, Gli ha dato la vita ed è divenuto ossa delle sue ossa e carne della sua carne e, finchè non fu svezzato Gli ha dato il suo latte per nutrimento.
Poi, insieme con Giuseppe, Gli ha dato una casa, che, sebbene senza molte pretese, fu comunque la sola casa che conobbe nei giorni della Sua incarnazione. E, conoscendo i caratteri di Maria e Giuseppe, diamo per scontato che quella casa fosse permeata di fiducia reciproca e di amorevole comprensione.
La purezza di cuore era tra i fiori che formavano il carattere di Maria il cui profumo e freschezza pervadevano ogni giorno la sua casa.
La santità di Gesù era parte della Sua natura divina ma era anche parte della Sua umanità che le era stata trasmessa dall'esempio di Sua madre che si era autodefinita "serva del Signore"
Un'altra qualità che Gesù imparò ad apprezzare di Sua madre era il suo senso della Presenza di Dio.
Gabriele le aveva detto "Il Signore è con te" e questa consapevolezza divina circondava la vita di Gesù.
Per Maria, Dio non era un essere lontano, disinteressato alla sua vita o al suo mondo, ma era là vicino a lei, Presente e Vivente.
L'ubbidienza, un tratto preminente nella vita di Maria, era un'altra qualità presente nella quotidianità in cui crebbe suo figlio.
C'è un vecchio detto che dice che chi non è ammaestrato ad ubbidire ai propri genitori avrà difficoltà ad ubbidire a Dio!

Maria si è sottomessa alla volontà del Padre come canale per l'Incarnazione ed il suo Santo figlio crebbe non solo ubbidiente a Giuseppe e Maria ma anche al Suo Padre Celeste nella cui volontà si dilettava.

Inoltre nella casa di Nazaret c'era un solo libro, l'Antico Testamento. Che la mente di Maria fosse satura delle sue promesse e delle sue profezie è evidente dal suo Magnificat.
Come Timoteo, Gesù fin da bambino, era familiare con le Scritture (2Timoteo 3:15). Chissà quanto deve essere stato interessato quando la madre Gli leggeva le storie dei santi e dei profeti! Finchè giunse il tempo in cui realizzò che le Scritture testimoniavano di Lui e che Lui era venuto per essere la Parola Vivente.

 

La sua sofferenza
Quando Maria portò suo figlio al Tempio per la Sua dedicazione, l'attempato e devoto Simeone, prendendo il bambino tra le braccia e benedicendoLo, disse alla madre "Una spada ti trafiggerà l'anima!"
Insieme alla gioia, Maria doveva sperimentare le tenebre nel tempo in cui suo figlio avrebbe intrapreso la Sua missione salvifica nel mondo.
Non possiamo immaginare le amarezze, le sofferenze che Maria in quanto madre dovette patire durante gli ultimi anni della vita terrena di Gesù, per non parlare della Sua morte cruenta.

Maria aveva ascoltato quel coro angelico che annunciava la nascita del Salvatore ed aveva ascoltato i pastori che raccontavano la visione che avevano avuto. Era stata testimone dell'adorazione e degli omaggi che i Re Magi avevano deposto ai piedi del suo bambino in fasce e lei "aveva conservato tutte queste cose nel suo cuore".
Non sappiamo se le avesse raccontate a suo figlio.

Personalmente credo che Gesù abbia avuto un'intima consapevolezza di Chi era, da dove veniva e quale doveva essere la Sua missione sulla terra, fin da quando prese coscienza della vita.
Durante il tempo in cui Gesù rimase in casa Maria deve aver avuto diversi momenti di angoscia profonda, ma grazie a Dio, è rimasta sempre silenziosamente sottomessa, paziente e fiduciosa, sapendo che la spada, che le trafiggeva il cuore di volta in volta, era nella mano del suo Padre Celeste.

Seguendo la narrazione evangelica il primo evento che notiamo avvenne a Gerusalemme dove Maria, Giuseppe e Gesù erano andati per la Festa della Pasqua.
Quando la cerimonia era terminata Giuseppe, Maria ed i loro parenti si erano persi a chiacchierare dei loro affari. Maria improvvisamente realizzò che Gesù, allora dodicenne, non era con loro. Dopo averLo inutilmente cercato tra la folla che li circondava, decisero di ritornare nel Tempio, dove Lo trovarono a conversare con i dottori del Tempio. Maria istintivamente Lo rimproverò dicendoGli: "Tuo padre ed io ti stavamo cercando"
La risposta di Gesù fu come una spada che le trafisse il cuore: "Perchè mi cercavate? Non sapevate che Io devo attendere alle cose del Padre mio?"
A differenza di qualsiasi altro bambino Lui non era venuto al mondo tramite un padre terreno. Per quanto giovane di età già era consapevole della Sua Paternità divina che Lo separava dagli altri e si aspettava che Sua madre realizzasse un tale abisso.

Là nel Tempio del Padre, Nazaret scompariva dalla mente di Gesù e tutto ciò che era terreno era sempre più distante. Sentiva solo Una presenza -il Padre Suo, vicino al quale era stato dall'eternità.
Maria aveva lasciato suo figlio indietro - indietro con Dio.
Il suo fanciullo "perduto" doveva essere l'unica speranza per "un mondo perduto"!
Avendo appena dodici anni, Gesù sapeva che ogni figlio giudeo doveva essere sottomesso ai suoi genitori e lo si capisce dal fatto che "scese con loro, tornò a Nazaret e stava loro sottomesso".

Per altri 18 anni rimase sotto l'autirà della sua famiglia.

E' ragionevolmente certo che Maria durante questo periodo perse la protezione di suo marito perchè se fosse stato ancora in vita sarebbe stato sicuramente menzionato negli eventi successivi (Marco 3:31; Giovanni 2:1; 19:25). Giuseppe era un falegname e alla sua morte Gesù prese cura del suo lavoro.

Arriviamo ora a quegli incidenti che hanno portato Maria a realizzare che Gesù si era staccato una volta e per sempre dal suo controllo.
Dovevano esserci ancora ulteriori stoccate di spada perchè comprendesse che il suo illustre figliolo era assolutamente indipendente dalla sua autorità e dalle relazioni umane.
Per 30 anni Maria aveva tenuto nel suo cuore il segreto della Sua nascita e la profezia della Sua missione messianica.
Ora era arrivato il tempo in cui Gesù lasciasse la casa che Lo aveva accolto da sempre e la cosa singolare è che non risulta ci sia mai più tornato.
Come Gesù iniziò la Sua vita pubblica, il Suo primo miracolo Gli diede l'occasione di imprimere in Sua madre l'idea che lei non doveva più imporGli la sua volontà ed i suoi desideri. (Giovanni 2).
Deve esserci stata un'angoscia nel suo cuore quando Lui decise di andarsene da casa ed un'altra profonda ferita quando non le fu riconosciuta ufficialmente la sua maternità. Ogni volta che la incontrava sembrava che la rifiutasse.

Alle nozze di Cana, cui erano invitati Gesù e Maria, insorse una situazione imbarazzante quando finì la riserva di vino e Maria, che sbagliò nel non notare che suo figlio era divenuto ormai un uomo, sembrò ordinare al figlio di risolvere il problema.
Sua madre, consapevole che il potere soprannaturale di Gesù si doveva manifestare, Gli si avvicinò e Gli disse come per darGli un suggerimento: "Non hanno più vino".
Gesù rispose bruscamente: "Donna, che c'è tra te e Me? La Mia ora non è ancora giunta".
Nel chiamarla "donna" non fu irrispettoso perchè era un'usanza comune tra gli ebrei.

Il Suo scopo nel parlare a Sua madre così era quello di allontanare ogni possibile interferenza da parte di Maria nella Sua opera di Mediatore tra Dio e l'uomo!
Sebbene benedetta tra le donne, Maria doveva imparare che non le era permesso di controllare le azioni di Colui che era stato mandato dal Padre. Come figlio di Maria, Gesù era volontariamente sottomesso a sua madre ma, come Figlio di Dio, Maria doveva abituarsi a sottomettersi a Lui.

Il fatto stesso che Lui la chiamasse "donna" e non "madre" doveva significare per lei che da quel momento sarebbe stato il Padre, e solo il Padre a dirigere il corso della Sua vita terrena!

Dopo un doppio giro della Galilea durante il quale le folle si accalcavano intorno a Gesù per essere guarite ed ammaestrate tanto da non lasciarGli neanche il tempo di mangiare del pane, Sua madre ed i Suoi fratelli andarono da Lui per fargli delle rimostranze. (Luca 4:29). Ansiosi per la Sua incolumità e temendo che si distruggesse per il troppo lavoro e il poco riposo, Maria ed i suoi figli cercarono di parlare con Lui (Marco 3:21,31-35).
Niente di più naturale di una madre che si preoccupi della salute del proprio figlio!
Pensando, probabilmente, che potesse salvare Gesù dagli effetti devastanti di un eccessivo entusiasmo e zelo, Maria riceve un altro leggero rimprovero in cui Lui lascia intendere che la benedizione di Maria non consisteva nell'essere sua Madre ma nel credere in Lui e nella Sua missione divina e nell'ubbidire alle Sue parole.
Gesù di nuovo rinnega ogni autorità di parentela terrena o ogni privilegio che può scaturire da relazioni umane.
"Mia madre! Chi è Mia madre e chi sono i Miei fratelli?" Poi indicando coloro che Gli sedevano intorno e che avevano creduto alle Sue parole e Lo avevano seguito, Egli disse: "Ecco Mia madre ed i Miei fratelli!" (Matteo 12:46-50; Luca 11:28).
In effetti Gesù disse: "Io, nell'adempimento della redenzione del mondo, posso riconoscere solo le relazioni spirituali"

Così la distanza tra Maria e suo figlio aumentò ulteriormente, e la spada nel cuore profetizzata da Simeone, continuava a lacerarle il cuore.
Anche se tutte le generazioni l'avrebbero proclamata beata, privilegiata ed altamente favorita tra gli umani doveva comunque bere il suo calice d'amarezza e di dolore!
Ma dove la spada ha trafitto il suo cuore più profondamente è stato ai piedi della croce mentre guardava impotente la distruzione, la desolazione e la morte di quel figlio che lei aveva messo al mondo ed amato intensamente.

Nell'udire le ingiurie e le bestemmie del popolo e dei sacerdoti la sua vita fu avviluppata dalle tenebre ma non si lasciò andare a crisi di isteria... rimase dignitosamente lì, accanto a suo figlio, fino al Suo ultimo respiro.
Era nell'ordine divino delle cose che lei rimanesse lì per ricevere la benedizione del suo Salvatore e per essere da Lui stesso affidata alle cure amorevoli di Giovanni, il discepolo che "Gesù amava".
Nell'ultimo momento della Sua vita terrena, il pensiero di Gesù era il futuro di Sua madre che aveva il cuore spezzato dal dolore!

 

La sua missione
L'ultimo scorcio che abbiamo di Maria è quando, dopo la Resurrezione di Gesù, si trova insieme ai discepoli in preghiera nell'Alto Solaio.
Da notare che lei non è menzionata prima degli apostoli, dove la colloca la Chiesa Cattolica Romana, ma dopo. (Atti 1:12-14).
E' insieme a tutti gli altri aspettando di ricevere la promessa dello Spirito Santo che li equipaggerà a dare vita alla comunità cristiana.

Maria è presente in quell'Alto Solaio non come oggetto di adorazione, nè come promotrice della chiesa nascente, ma come un'umile supplicante insieme a tutti gli altri, inclusi i suoi figli che nel frattempo sono diventati credenti.

Dopo l'esperienza della Pentecoste, il nome di Maria non è più menzionato nel Nuovo Testamento, il che insegna pienamente che non ha alcun potere soprannaturale attribuitole dalla chiesa romana.

Con il graduale sviluppo del Cattolicesimo Romano dal terzo, quarto secolo la figura di Maria emerge sempre di più fino a dare luogo ad un vero e proprio culto mariano, in cui la "mariolatria" fa allontanare sempre più la madre di Gesù dalla verità biblica.
Se la Chiesa Romana avesse semplicemente notato la reticenza neotestamentaria relativamente a Maria, non avrebbe avuto la colpa di accecare gli occhi delle moltitudini impedendo loro di vedere la gloria di Colui che, anche se figlio di Maria, è venuto al mondo come l'immagine manifesta del Padre e come unico e solo Mediatore tra Dio e l'uomo.
Maria non è diversa dal resto dell'umanità peccaminosa; non è nata nè tantomeno rimasta immacolata!
Il culto di Maria non ha nessuna origine biblica perchè non c'è una parola lì che possa supportarlo, nè nel Credo apostolico nè negli scritti dei padri della chiesa dei primi cinque secoli.

Titoli quali: La Torre di Davide; L'Arca della Santa Alleanza; La Porta del Cielo; La Regina degli Apostoli; Confessori e Martiri; La Corredentrice di Dio nell'Opera della salvezza, applicati a Maria sono un'invenzione della Chiesa Romana.

La sua glorificazione come oggetto di adorazione, la sua funzione come intercessore che porta le preghiere a Cristo, la sua cura perpetua di Cristo, e la sua costante influenza su di Lui sono delle false creazioni della Chiesa Romana.

Quindi il Marianesimo appartiene, storicamente, ad una speculazione non autorizzata e psicologicamente, alla storia naturale dell'ascetismo e del celibato clericale.
L'elevazione, l'adorazione di Maria è antiscritturale e pura idolatria!

L'esaltazione di Maria da parte della Chiesa Romana consiste per lo più in leggende e dogmi fittizi ed inattendibili.
Il ritratto cristiano della madre di Gesù è solo quello che troviamo nei vangeli dove il Maestro ci insegna che l'uomo ha accesso a Dio solo tramite la Sua opera di mediazione (Giovanni 14:6).