L'Applicazione a Dio che non è un'App - (primizie di dicembre)

L'Applicazione a Dio che non è un'App

Essere cristiani significa applicarsi a Cristo e alla Sua Parola. Significa certo venire nella Casa del Signore, ma non può significare solo quello perché il nostro rapporto con Dio non può essere ridotto ad un'applicazione che updatiamo il fine settimana.

Rischiamo di rimanere esposti a delle minacce, tra un aggiornamento e l'altro.  L'eterna minaccia, finché il mondo ci sarà, è una realtà che ci circonda ovunque con la sua predicazione, tramite i media e la società impregnati di egolatria e di   scientismo. Capiamolo una volta per tutte: saremo esposti sempre e comunque alla relazione con il mondo, volenti o nolenti…  ma alla relazione con Dio lo saremo solo se volenti. Disinteressandoci alla seconda, saremo sempre più prede della prima.

I sintomi di vivere un cristianesimo accessorio si vedono da una mancanza di zelo e fervore autentici in favore magari di qualche regola o condotta di vita giustamente e ammirevolmente osservata. Ma queste regole di condotta di vita non devono essere vissute come il timbrare il cartellino della nostra coscienza davanti a Dio: "…vero, questo mese non sono andato in chiesa ma poi a fine mese ho dato una buona offerta", "…vero, non leggo mai la Scrittura né mi interesso a Dio ma mantengo con serietà e puntualità il mio impegno nel servizio settimanale della Chiesa". Ora, sia ben chiaro che tutte queste cose sono buone e ammirevoli, ma sia altrettanto chiaro che non sono sufficienti. Queste cose non devono mai divenire la sostituzione del nostro rapporto con Dio, ma la loro espressione. Applicarsi a Dio come fosse un'app del nostro smartphone, da aggiornare di tanto in tanto, non avrà altro effetto che congelare del continuo quel flusso caldo che il Creatore del cielo e della terra vuole impartirci giorno dopo giorno. Dio vuole essere nostro Padre che parla con noi, non l'elettrauto del quale ci ricordiamo solo quando la batteria dell'auto è scarica. Intendiamoci, Lui sarà sempre pronto a ricaricarla, ma che senso avrebbe se poi immediatamente dopo la lasciassimo di nuovo parcheggiata al freddo senza più utilizzarla? Ci ritroveremmo nella medesima condizione dopo poco tempo, in un circolo vizioso di alti e bassi senza fine e soprattutto senza mai partire per arrivare davvero da qualche parte.

Gesù è venuto a renderci partecipi della Sua Casa: tutti i giorni con la Sua Parola, ha una Sua applicazione per noi perché Lui è sempre con noi e si aspetta, anzi, desidera Lui per primo che noi ci applichiamo a Lui... ma Dio non è un'app.

5 dicembre 2017
pastore Alessandro Lilli

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