CIVITAS 2017 - (primizie di gennaio)

civitas 2017

Fin dai tempi più antichi, l'uomo ha cercato, attraverso visioni di sè e del mondo che lo circondavano di darsi risposte che potessero attribuirgli un significato che lo proiettassero oltre le mere esigenze di una sopravvivenza animale. Una dimensione di sè quindi, che lo elevasse, che lo portasse a contemplarsi nel compiacimento e nella riflessione su sé medesimo.

Questo è avvenuto fin dai tempi dei Sumeri ad oggi, nella ricerca di sistemi di governo o ruoli nella società in cui inserire le proprie esistenze come tratti di segno indispensabili e indelebili in un qual certo grande disegno della storia.

Per esempio, Il nostro stesso concetto di civiltà, nasce da una parola inventata a questo scopo, proprio dai romani: "civitas". La civitas, che significava cittadinanza, e da cui deriva il termine "civiltà", era quel luogo sia culturale che giuridico e territoriale, in cui tutti gli abitanti del mondo si confacevano ad una Roma imperiale come ad una ideologia. Per questo era possibile divenire cittadini romani - uomini "civilizzati" da Roma imperiale - per i più svariati motivi che eccedessero il mero diritto di sangue romano.

Per vari motivi poteva divenire cittadino romano anche chi non avesse avuto alcuna traccia di sangue romano nel proprio albero genealogico. Una delle massime espressioni di questa ideologia, la civiltà romana, che pretendeva di dominare su tutti i popoli della terra, fu la pax romana augustea, sotto la cui egida si predicava e preannunciava la pace e la felicità di tutte quelle nazioni che ne avessero accettato Roma imperiale come artefice e protettrice. Roma, quindi, prima di essere una città, fu un'utopia affatto diversa dalle tante altre che si susseguirono nella storia, fino al 1900, laddove, non a caso, fu proprio quella nazifascista a scegliersi  simbolicamente il fascio romano nel  segno del risveglio  delle "antiche civiltà" (il nazismo puro, fece di questa "rinascita" un vero e proprio culto esoterico). Pur con forme diverse ma con i medesimi obiettivi di una "nuova generazione" della società, la stessa cosa avvenne con il marxismo, che insieme all'antagonista nazifascista, nel nome di "nuove civiltà" crearono le tragedie peggiori della storia: chi con i gulag, chi con i forni crematori.

Ma non finisce qui. Anche il capitalismo, postosi come liberatore dell'uomo, realizzatore dei suoi sogni individualistici, cerca di raggiungere l’obiettivo di un pieno significato umano tramite le forme di governo attuali: quelle democratiche deputate a dare libero sfogo ai desideri dell'individuo. Tuttavia, anche queste ultime forme sono in crisi: "stanno fallendo", si dice.

Eppure si rimane sorpresi nel vedere cristiani che ancora si illudano possa esistere una qualche forma di governo, di civilità, di civitas di successo che nel contempo respinga il Signore Gesù come supremo bene.

Fatto salvo l'impegno del cristiano nel fare il proprio meglio affinchè le cose non peggiorino ulteriormente, dovrebbe essere sua lucida consapevolezza che finché un sistema si proporrà come capace di fornire giustizia, pace e moralità reputando i principi del Regno di Dio degli inutili e obsoleti residui culturali, magari di cui liberarsi, detto sistema è destinato a fallire.

E' destinato a fallire non solo per logica spirituale, ma per l'evidenza scritturale che attiene agli "ultimi tempi", dove il fallimento dell'uomo e dei suoi sistemi senza Dio appare ineludibile. Come dice il Signore Gesù quindi, facciamo certo del nostro meglio per dare a Cesare ciò che è di Cesare, non dimenticando mai però, che Cesare e il suo Impero sono caduti e che sarebbe stato davvero un peccato logorarsi per essi,  trascurando il Regno del Signore Gesù che oggi, oltre duemila anni dopo, è ancora vivo e vegeto e in grado di offrire l'unica civitas, l'unica cittadinanza capace di trasformare il cuore dell'uomo: quella celeste.

Conviene quindi, se abbiamo energie, investirle innanzitutto per la nostra cittadinanza celeste, l'unica civitas, l'unica civiltà, che  quando la terra sarà scossa, e come anzi già è scossa, non rimarrà nè confusa nè delusa.

Che oggi, nel 2017, sia ancora essa la nostra prima civitas, la nostra  prima cittadinanza a cui votare le nostre fiducia e speranza.

Matteo 6:19 Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano

Ebrei 12:26 «Ancora una volta Io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo». Or questo "ancora una volta" sta ad indicare la rimozione delle cose scosse, come di cose che sono fatte, affinché rimangano quelle che non sono scosse. Perciò, ricevendo il regno che non può essere scosso, mostriamo gratitudine, mediante la quale serviamo Dio in modo accettevole, con riverenza e timore, perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.

04 gennaio 2017
pastore Alessandro Lilli

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