Uomini Rotti - (primizie di novembre)

Uomini Rotti

Le sfide che Dio ci pone innanzi sono le prove con cui spesso Dio non mostra a Sè stesso chi siamo, ma a noi. Fin troppo bene riusciamo ad avere un'idea distorta di noi stessi basata solo sull'assenza del limite.

Nello spazio potremmo illuderci di essere forti quanto un campione di body building, alzando con facilità un peso “pesantissimo”, semplicemente perché non abbiamo ancora incontrato l'opposizione della forza di gravità. Basterà incontrarla una volta  per risultare all'istante essere dei semplici pappamolle. Spesso ci crediamo forti, solo perché ancora non abbiamo incontrato una forza contraria. Solo in quel caso, nel saperci o meno opporre ad essa, potremo valutare con maggiore concretezza, quanto la nostra forza sia illusoria e quanto no.

Così è per la nostra fede. La prova non viene per mostrare a Dio chi siamo, ma per mostrarlo a noi. Così, piegando il nostro cuore, Egli lo rende mansueto, pronto per essere diretto, ammaestrato, nutrito, corretto rendendo palesi le falle da dover riparare. Questo rendersi conto delle proprie falle, dei propri difetti quiescenti, a volte resetta in maniera brusca l'immagine che avevamo di noi stessi. Pietro pensava di essere un cuor di leone davanti alla morte, quando la morte non lo sfiorava. Sappiamo come è andata al minimo cenno della sua ombra, davanti a quel fuoco, dove rinnegò il Signore. Senza quella prova, quel vaglio permesso da Dio a Satana, (Luca 22:31 ....«Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano), Pietro avrebbe continuato ad avere un’immagine di sé che non avrebbe permesso al Signore di operare come Lui avrebbe voluto. Pietro fu spezzato. Allora fu pronto per essere "usato" (Luca 22:32 ...e tu, quando sarai ritornato, conferma i tuoi fratelli).

E questo è il punto. Un giorno ci guardiamo indietro, e ci scopriamo morti. Morti in Cristo, perché abbiamo dimenticato chi eravamo, per conoscere Chi è Lui. Non parlo di retorica, ma di una sensazione di guardarsi indietro, ricordando una persona che prima era e ora non c'è più in favore di un'altra. Perché il Signore ci prova e ci conferma, oppure ci prova e ci spezza, ma poi sempre edifica coloro che Lo temono, Lo amano e vogliono servirLo in sincerità di cuore. Per dirci un giorno "tutto ciò che ero è morto in Cristo, e tutto ciò che sono è vivo in Cristo. Quindi chi sono io se non Cristo in me?". Ma a volte, questo morire a noi stessi, non passa solo per la rinuncia al peccato, ma anche all'immagine di sè, che spesso si frantuma in mille pezzi prima di ricostruirsi in favore di quella di Gesù.

Che Cristo in ognuno di noi possa crescere, e noi diminuire. A volte, prima di permetterci di comprendere Chi è davvero Lui, il Signore permette di comprendere chi siamo davvero noi. E non è sempre un bello spettacolo. Ma poi, dopo ci ricostituisce in maniera più gloriosa che prima. E' come vedere un palazzo che crolla con un fragore enorme, per poi veder emergere da una funesta nuvola di polvere, invece che macerie un palazzo ancora più glorioso. E' la grazia di Dio rivelata ai poveri in spirito e agli umili di cuore.

Luca 10:21 In quella stessa ora Gesù giubilò nello spirito e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli fanciulli. Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto.

1Corinzi 3:18 Nessuno inganni se stesso; se qualcuno fra voi pensa di essere savio in questa età, diventi stolto affinché possa diventare savio. Infatti la sapienza di questo mondo è follia presso Dio, poiché sta scritto: «Egli è colui che prende i savi nella loro astuzia»; e altrove: «Il Signore conosce i pensieri dei savi e sa che sono vani». Perciò nessuno si glori negli uomini, perché ogni cosa è vostra: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti e le cose future; tutte le cose sono vostre. E voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

 

04 novembre 2016
Pastore Alessandro Lilli
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